
Gentile Direttore,
il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, eccellenza mondiale dell’opera e della musica sinfonica, merita attenzione nel descriverne l’attività artistica e nel valutarne la gestione, specie nel grave contesto della pandemia. La relazione del Commissario Sole sui dati del I semestre 2020 sconta una parzialità e una rilevanza diversa rispetto ai dati consuntivi. Nonostante il 2020 sia un anno terribile, con le chiusure per l’emergenza Covid, vi sono aspetti positivi per niente scontati: 1) crescita dei ricavi (+13%); 2) riduzione dei costi (-11%) dove spicca il — 48% sui costi di produzione (anche per la cancellazione di eventi) e il — 10% sul personale; 3) ricavi per alzata di sipario (+101%); 4) numero di spettatori per alzata (+3%); 5) ricavi per spettatore (+95%).
Il Piano di Risanamento è stato approvato dal Governo e le considerazioni finali del Commissario ribadiscono quanto già arcinoto: la situazione debitoria pregressa della Fondazione è un fardello accumulatosi in 15 anni difficile da sostenere nonostante la gestione assai virtuosa soprattutto nell’ultimo triennio. Il 2020 si chiuderà con un utile di esercizio superiore al milione di euro grazie al record di sponsorizzazioni: quasi 4,5 milioni (la media degli ultimi 5 anni è circa 2,5) proprio nell’anno in cui il Teatro è rimasto chiuso 5 mesi ed è stato aperto con capienza ridotta per 3 mesi. Anche i ricavi da biglietteria sono eccellenti, vista la situazione. Da quando sono Sindaco e Presidente della Fondazione del Teatro il debito di 75 milioni si è ridotto del 30% ma pesa annualmente sulle casse per circa 3,5 milioni; se non vi fosse, oltre al sostegno dei soci fondatori, l’attenta gestione del Direttore finanziario Enrico Peruzzi, non avremmo questi risultati.
La soluzione strutturale del problema può arrivare solo se il Governo azzera lo stock di debito nei confronti dello Stato ai teatri che hanno gestioni virtuose negli ultimi anni ma a causa delle rate di debito non possono dispiegare tutta la loro potenzialità culturale. In risposta poi alle indicazioni del Ministero sul contenimento dei costi, ricordo che il Teatro ha fatto ricorso al Fondo Integrazione Salariale per 10 settimane, meno di altre Fondazioni, grazie al fatto che la produzione ripartita da giugno è stata interamente finanziata da biglietteria e contributi privati. Di questo parleremo presto con i sindacati.
Venerdì il Consiglio di Indirizzo unanime ha approvato l’assestamento di bilancio apprezzando il lavoro del Sovrintendente Alexander Pereira che non ha mai smesso di perseguire gli obiettivi per cui è stato chiamato dal Teatro alla Scala a dirigere il Teatro del Maggio: rilanciare a livelli internazionali la qualità della nostra produzione. Così è stato in questi mesi, con spettacoli di assoluto successo e artisti come Zubin Mehta, Daniel Barenboim, Cecilia Bartoli, Placido Domingo. Così sarà nel 2021, con una straordinaria edizione del Festival e con il Don Giovanni di Mozart per gli 80 anni di Riccardo Muti. Vi è solo un modo per aumentare i ricavi da biglietti e abbonamenti e consolidare gli apporti privati: una programmazione ambiziosa che attragga pubblico giovane e internazionale. Da Presidente non permetterò mai che questo Teatro dalla celebre tradizione si appiattisca su una produzione mediocre; lavorerò — certo del sostegno dell’intero Consiglio — a riportarlo ai grandi livelli di un tempo. Per questo intendiamo coniugare un’attenta gestione economica con un rilancio della qualità. Tutto questo sarà più facile con il sostegno e la fiducia del Ministero. Perché il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con il suo festival è patrimonio di Firenze e dell’intero Paese.